Cenni storici

I fagioli che consumiamo oggi venivano coltivati già settemila anni prima di Cristo in Messico da cui si diffusero sia a nord che a sud.
Le civiltà precolombiane per migliaia di anni praticarono questa coltura perché il fagiolo era considerato fondamentale nella loro alimentazione, povera delle proteine della carne: gli animali, infatti, non erano considerati una risorsa primaria di alimentazione, soprattutto nell’America centrale.
Durante l’impero Azteco e l’impero Inca, il Fagiolo assunse una tale importanza da diventare moneta di scambio. Dopo Cristoforo Colombo, che nel suo viaggio a Cuba lo scoprì, gli Spagnoli e i Portoghesi lo introdussero in Europa nel XVI secolo.
Già nei primi anni del ‘500 lo troviamo in Provenza, nell’Italia settentrionale e nella Germania sud-occidentale.
In Liguria, i fagioli entrano a far parte dei legumi che compongono la famosa zuppa della “Messciua” nel 1544.
In realtà la coltivazione del fagiolo era già praticata nell’antichità, all’epoca romana,. Venivano coltivati i “Dolichos”, legumi originari del continente africano, dotati di semi molto piccoli, utilizzati a scopo alimentare sia allo stato fresco, sia come seme secco.
L’arrivo dall’America degli attuali fagioli, estromisero i “dolichos” dalle coltivazioni. Nella Roma antica e fino al Medioevo il fagiolo era considerato un deterrente contro il “male” in quanto, come tutti i semi, conservava all’interno tutta la forza positiva della vita dei vari esseri.
Per questo venivano usati per vanificare i poteri delle streghe e per allontanare gli spiriti maligni dal focolare domestico.
La coltivazione del fagiolo bianco  a Badalucco ha le sue radici nel XVII secolo, quando la coltivazione del fagiolo giunse sulla costa ligure dalla vicina Spagna.
La rilevante coltivazione del fagiolo a Badalucco è testimoniata dal prof. Goffredo Casalis, della prima metà dell’ Ottocento, il quale afferma nel Dizionario Geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. Re di Sardegna, a proposito dei prodotti di Badalucco “di grano, vino e castagne non se ne fanno ricolte, che ragguaglino il bisogno degli abitanti.
Dell’olio si fa gran traffico con Porto Maurizio e de’ fagioli, specialmente con San Remo.
Più avanti lo stesso Casalis dice “Gli abitanti di questo borgo sono di bella carnagione, robusti, di lieta indole e di buon cuore: vi sono rimarchevoli per avvenenza le donne”, ciò poco importa per il nostro argomento, concedeteci però questa debolezza.